LITIO
Il litio, primo stabilizzante utilizzato in terapia, è un elemento. Negli anni cinquanta furono scoperti gli effetti del litio sul comportamento e si usa come stabilizzante dell’umore ormai da più di 30 anni. Il litio appare più efficace per la mania euforica. Risulta efficace anche come antidepressivo quando aggiunto ad altri farmaci con queste proprietà. Il litio è invece meno efficace per gli episodi misti o per il disturbo bipolare a cicli rapidi.
Il litio (Carbolithium) è il farmaco più
comunemente usato per il trattamento a breve termine e la profilassi della depressione bipolare ( e del disturbo bipolare I). Rientra nella categoria delle sostanze psicoattive e viene definito
"stabilizzante" perchè blocca le ricadute. Non nasce come gli altri da una sintesi di laboratorio. Questa dunque la "diversità" del litio, la sua origine.
Il litio può essere molto efficace nell'uso a lungo termine e la sua farmacocinetica prevedibile permette di mantenerne facilmente i livelli sierici in un finestra terapeutica relativamente
stretta.Il meccanismo dell'azione terapeutica del litio è tuttora incerto. Le analogie fra lo ione litio e gli ioni sodio, potassio, calcio e magnesio potrebbero essere correlate ai suoi effetti
terapeutici. È probabile che il suo meccanismo d'azione coinvolga molti sistemi neurotrasmettitoriali e strutture di membrana.
In Italia è in commercio solo il carbonato di litio, in compresse da 150 e 300 mg.
Il dosaggio delle concentrazioni sieriche e plasmatiche del litio serve come base per regolarne la posologia. Per il dosaggio delle concentrazioni sieriche(litiemia) bisogna essere
in steady
state (che di
solito viene raggiunto dopo 5 giorni di posologia costante) e il sangue deve essere raccolto 12 ore (±30 minuti) dopo l'assunzione dell'ultima dose in caso di regime con 2-3 somministrazioni giornaliere. Poiché i
dati disponibili sono basati su questi standard, si dovrebbe iniziare il trattamento con litio utilizzando almeno due somministrazioni
giornaliere.
Episodi maniacali. L'80% circa dei pazienti maniacali risponde al trattamento con litio, benché la risposta alla monoterapia con litio si manifesti 1-3 settimane dopo il raggiungimento delle
concentrazioni terapeutiche. I fattori predittivi di una scarsa risposta al litio nel trattamento degli episodi maniacali sono gli episodi misti e disforici (che si possono manifestare quasi nel
40% dei casi), la presenza di cicli rapidi e la coesistenza di disturbi da uso di sostanze.
Episodi
depressivi.Il litio è efficace nel trattamento nella depressione che insorge nel corso del disturbo bipolare I. L'80% circa dei pazienti depressi con disturbo bipolare I risponde al
solo trattamento con litio, pertanto eliminando il rischio di un episodio maniacale indotto da antidepressivi.
Mantenimento. Il trattamento di mantenimento con litio riduce nettamente la
frequenza, la gravità e la durata degli episodi maniacali e depressivi del disturbo bipolare I. Rispetto al trattamento con placebo, durante il quale l'80% circa dei pazienti con disturbo
bipolare I presenta una recidiva, solo il 35% dei soggetti in trattamento con litio ha una ricaduta.
I valori più comunemente consigliati sono pari a 1,0-1,5 mEq/l per il trattamento della mania acuta e a 0,6-1,2 mEq/l
per la terapia di mantenimento.Non è quasi mai
necessario superare i 1,5 mEq/l, poiché coloro che hanno livelli di litio più elevati hanno un rischio nettamente maggiore di intossicazione.
In un recente studio è stato osservato che per chi ha (in terapia)concentrazioni di litio comprese fra 0,8 e 1,0 mEq/1 è 2,6 volte meno probabile che insorga una recidiva rispetto a quelli con
concentrazioni comprese fra 0,4 e 0,6 mEq/l. Questo studio ha indotto alcuni ricercatori a considerare il valore di 0,8-1,0 mEq/1 come il livello più
efficace per le
concentrazioni di litio nella terapia di mantenimento.
Il litio si è dimostrato efficace sia nel trattamento a breve termine sia nella profilassi del disturbo bipolare I nel 70 80% circa dei pazienti. Sia gli episodi maniacali sia
quelli depressivi rispondono al trattamento con il solo litio.
Il mantenimento con litio è quasi sempre indicato dopo il secondo episodio di depressione o mania nell'ambito del disturbo bipolare I.
Tale mantenimento dovrebbe essere seriamente considerato dopo il primo episodio di questo tipo nei pazienti con storia familiare di disturbo bipolare I,
in quelli che non dispongono di adeguati
supporti, in
quelli in cui il primo episodio non aveva chiari fattori precipitanti, in cui il primo episodio è stato grave, che sono a rischio di suicidio.
Molti studi hanno dimostrato che il 50% circa dei soggetti che non rispondono agli antidepressivi risponde quando viene aggiunto litio alla dose usuale di 300 mg tre volte al giorno. In
alcuni casi la risposta è straordinariamente rapida e si manifesta nell'arco di pochi giorni; nella maggior parte dei pazienti sono necessarie diverse settimane per valutare l'efficacia del
trattamento.
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E' utile rimarcare ancora
una volta che :
Le note di farmacoterapia riportate in questo sito sono da considerarsi esemplificative; la prescrizione di un farmaco, l'indicazione della posologia, le modifiche dei dosaggi e la sospensione
del farmaco stesso sono compito esclusivo del medico curante. Le notizie riportate possono essere utilizzate solo ed esclusivamente se autorizzate dal proprio medico di fiducia.
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Effetti Collaterali. I più comuni effetti collaterali del litio sono quelli sulla tiroide, sul cuore, sui reni e sul sistema ematopoietico. La presenza di tali
effetti impone un attento monitoraggio dei parametri tiroidei, cardiaci e renali, ed abituali precauzioni da assumersi ogni volta che si inzia una terapia con sali di
litio.
Nelle persone trattate con litio, i livelli di TSH (funzonalità tiroidea) dovrebbero essere valutati ogni 6-12 mesi.
E'essenziale eseguire un ECG prima dell'inizio della terapia e ripeterlo una volta all'anno.
Il più comune effetto collaterale renale del litio è la poliuria (emissione di una quantità di urina superiore ai 2 litri
nelle 24 ore), con polidipsia (rischio disidratazione) secondaria. La poliuria potrebbe essere abbastanza significativa da rendere necessaria la valutazione della funzione renale.
Attualmente si ritiene che l'incidenza di queste complicazioni renali gravi sia maggiore di quanto si pensasse un tempo; pertanto, le si dovrebbero prendere in considerazione ogni qual volta
siano suggerite dal quadro clinico.
Altri e comuni effetti collaterali del litio sono i disturbi gastrici, l'aumento di peso, l'affaticabilità e lievi turbe cognitive.
Il tremore iatrogeno indotto dal litio,
colpisce le mani, soprattutto le dita; peggiora in coincidenza dei livelli di picco del farmaco. Può ridursi frazionando la dose giornaliera e limitando l'assunzione di caffeina. Talvolta, per
ridurlo viene usato un b-bloccante (Inderal).
Diversi effetti collaterali cutanei, che possono essere dose dipendenti, sono stati associati al trattamento con litio. Gli effetti più comuni sono eruzioni acneiformi, follicolari e maculopapulari, ulcerazioni
pretibiali e peggioramento della psoriasi; sono stati anche descritti casi di alopecia. Molte di queste condizioni rispondono favorevolmente al passaggio a un'altra preparazione di litio e alle
abituali cure dermatologiche.
Tratto da QUI
Regime S.S.N. CONCEDIB.ESENTE
Classe A Tipo Ricetta RR - RIPETIBILE
vedi anche articolo sul litio in http://considerazioniebipolari.wordpress.com/2011/12/13/litio/
Perché il sale e l’acqua sono così importanti per chi prende il litio?
Sale-Se l’organismo si impoverisce di sale, i reni eliminano il litio più lentamente ed il livello di litio nel corpo aumenta. Riduzioni dietetiche di sodio o sale possono essere consigliate come parte di un programma di calo di peso o per il trattamento dell’ipertensione arteriosa o dell’insufficienza cardiaca. Se questo fenomeno di drastico impoverimento di sale dovesse verificarsi senza un adeguato riadattamento della dose di litio, il farmaco tenderebbe ad accumularsi raggiungendo livelli rischiosi per l’organismo. Allo stesso modo se il sale venisse perso dall’organismo e non sostituito, i livelli di litio aumenterebbero. Questo può succedere ad esempio durante il trattamento con certi diuretici o per una sudorazione eccessiva.
Acqua-Se l’organismo si disidrata (perde acqua) il litio diventa più concentrato ed i reni lo eliminano più lentamente. Entrambi questi fattori possono causare aumenti pericolosi del livello del litio. La disidratazione può essere causata da una diminuita ingestione di liquidi o da un’eccessiva perdita di fluidi (aumento della diuresi, febbre, sudorazione, diarrea e vomito). Poiché l’aumento della diuresi (che determina un aumento della sete) è un effetto collaterale frequente della terapia con litio, alcuni pazienti ritengono in maniera erronea che l’aumento della diuresi sia causato dall’aumento dei fluidi che introducono nell’organismo bevendo ed alcuni tentano di risolvere l’aumento della diuresi limitando la quota di liquidi ingeriti. Questo comportamento è sia non corretto che pericoloso. In realtà il litio causa un aumento del flusso urinario per i suoi effetti sul funzionamento renale. L’aumento della sete è il meccanismo di protezione naturale dell’organismo contro la perdita eccessiva di fluidi cioè la disidratazione. Fornire al corpo le quote adeguate di sale e acqua è una parte molto importante della terapia con litio. Le linee guida seguenti possono aiutare a mantenere un giusto bilancio idro-salino: 1.bere tanta acqua ogni giorno. Se il litio causa un aumento del flusso urinario, allora l’ingestione di fluidi deve essere adeguata a rimpiazzare tutti i fluidi persi. 2.Evitare eccessive quantità di caffè, tè, o bevande a base di caffeina, perché quest’ultima promuove l’eliminazione di fluidi ed anche aggrava il tremore da litio. 3.Seguire una dieta a medio contenuto di sodio. E’ sempre importante avvisare il medico di qualsiasi drastico cambiamento nella dieta (specialmente quando si inizia una alimentazione a basso contenuto di sodio) o della presenza di vomito o diarrea, così come affrontare con il terapeuta ogni situazione che causi eccessiva sudorazione come il caldo torrido, le saune, l’esercizio fisico intenso, la febbre ecc. Per evitare combinazioni farmacologiche pericolose è bene fare sapere al medico quali altri farmaci si stanno assumendo, soprattutto quando si tratta di diuretici (prescritti di solito per il trattamento dell’ipertensione o per ridurre l’eccesso di fluidi nel corpo).
Riferimento:
AZIENDA OSPEDALIERA DI PARMA-UNITA' OPERATIVA DI PSICHIATRIA-UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA-
DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE-SEZIONE DI PSICHIATRIA
- Ulteriori informazioni sil Litio potete trovarle al link: http://www.psyter.net/lithium-information-network-ricerca-per-la-salute/
Rivelata modalità di azione del Litio
Anche se è stato prescritto per oltre 50 anni per il trattamento del disturbo bipolare, ci sono ancora molte domande riguardo a come funziona esattamente il litio .
Tuttavia, in uno studio apparso in a maggio 2010 su Journal of Lipid Research, i ricercatori hanno fornito prove concrete che il litio riduce l'infiammazione cerebrale, regolando il
metabolismo del-protettivo di omega-3 chiamato acido grasso DHA . L'infiammazione nel cervello, come in altre parti del corpo, è un processo importante per contrastare l'infezione nel
cervello o lesioni. Tuttavia, l'infiammazione in eccesso o indesiderata può danneggiare le cellule cerebrali sensibili, che possono contribuire a condizioni psichiatriche come il disturbo
bipolare o altre malattie degenerative come Alzheimer.
Si ritiene che il litio consente di trattare il disturbo bipolare, riducendo l'infiammazione del cervello durante la fase maniacale, in modo da alleviare alcuni dei sintomi. Esattamente come il
litio lo faccia , però, è sempre stato un argomento dibattuto.
Mireille Basselin e colleghi del National Institute of Aging e dell'Università del Colorado, Denver, hanno adottato un approccio preciso a questa domanda utilizzando l'analisi di spettrometria di
massa per analizzare la composizione chimica di campioni di cervello con infiammazioni sia di ratti di controllo che di ratti trattati con litio . Hanno scoperto che in accordo con
alcuni altri studi, la terapia col litio per sei settimane ha ridotto i livelli di acido arachidonico e dei suoi prodotti, che possono contribuire all'infiammazione. Inoltre, hanno anche
dimostrato, per la prima volta, che il trattamento con litio ha aumentato i livelli di un metabolita chiamato 17-OH-DHA in risposta alle infiammazioni.
17-OH-DHA è formato dal DHA acido grasso omega-3 (acido docosaesaenoico) ed è il precursore di una vasta gamma di composti anti-infiammatori, conosciuti come docosanoidi. Altri farmaci
anti-infiammatori, come l'aspirina, sono noti per aumentare anche i docosanoidi nella loro modalità di azione.
Basselin e colleghi hanno osservato che la concentrazione di DHA non è aumentata, il che suggerisce che il litio possa aumentare i livelli di 17-OH-DHA influenzando l'enzima che converte il DHA
al 17-OH-DHA.
Con la riduzione sia dei prodotti pro-infiammatorie AA, e l'aumento anti-infiammatori prodotti DHA, il litio esercita un effetto protettivo doppio che può spiegare perché funziona bene nel
trattamento bipolare. Ora che il meccanismo è un po 'meglio compreso, può portare ad altri usi di questo prodotto chimico.
Dall'articolo: "Lithium modifica il metabolismo del cervello arachidonico e docosaesaenoico nel modello lipopolisaccaride ratto di neuroinflammation" di Mireille Basselin, Hyung-Wook Kim, Mei Chen, Kaizong Ma, Stanley I. Rapoport, Robert C. Murphy e Santiago E. Farias
Fonte: http://www.medicalnewstoday.com/articles/189638.php Nick Zago Società americana per la biochimica e biologia molecolare
13 Dicembre 2011