Stigma

 

 "E' più facile rompere un atomo che un pregiudizio"

A.Einstein

 

La gestione dello stigma è presente in qualunque società, dovunque entrino in gioco delle regole morali per la definizione delle identità: ma quali sono le modalità concrete che sottopongono alcuni individui a quei giudizi morali che chiamano in causa l'appartenenza a una "categoria inferiore" dell'umanità?

E quali sono le strategie di sopravvivenza, di difesa o di adattamento delle persone stigmatizzate?

Qual è infine lo scarto tra l'identità sociale e l'identità personale e, in definitiva, tra la "normalità" e la "devianza"?

 

Stigma deriva dal latino e indica « MARCHIO, IMPRONTA, SEGNO DISTINTIVO»

  • Per stigma si intende, quindi, qualsiasi segno più o meno visibile che rimanda, implicitamente o esplicitamente, a una differenza percepita come scarto negativo rispetto alla norma.

  • Lo stigma in psichiatria indica la discriminazione basata sul pregiudizio nei confronti del malato.

  • Lo stigma è il principale ostacolo alla cura perchè genera un circolo vizioso di malattia e pregiudizio. Il 'malato', in fuga dalla propria condizione per timore dello stigma, non riesce a migliorare e si isola, peggiorando il proprio stato di esclusione e rafforzando il pregiudizio stesso.

  • Infatti il fatto di pensarsi malato provoca conseguenze immediate sia sulla sua identità che nelle relazioni sociali, nella quale il soggetto è etichettato come “diverso”.Lo stigma significa, ogni giorno, esclusione, rifiuto, vergogna, solitudine.

Oggi è possibilie e doveroso aiutare a liberarsi dal guscio di impotenza e di inerzia imposto dallo stigma.

Ciò che si può e si deve fare é abbattere le barriere di ignoranza, il pregiudizio, la discriminazione o ingiustizie, promuovendo l'istruzione, la comprensione e il rispetto.

Purtroppo, i mass media, sono responsabili  di molti dei malintesi che persistono su persone con malattie mentali.

I quotidiani, in particolare, evidenziano spesso una storia di malattia mentale come  background delle persone che commettono reati di violenza.

La  Televisione spesso sensazionalizza  reati in cui  sono coinvolte  persone con malattie mentali.

Ironicamente, i mass media, offrono anche la nostra migliore speranza per l'eliminazione della stigmatizzazione a causa del loro potere per educare e influenzare l'opinione pubblica.

Idee Sbagliate 

  •  Mito: "Le persone che hanno bisogno di cure psichiatriche deve essere bloccata in istituti di distanza." 

Fatto: Oggi, la maggior parte delle persone può portare vita produttiva all'interno della propria comunità grazie a una varietà di supporti, i programmi, e / o farmaci.

  • Mito: "Una persona che ha avuto un disturbo mentale non può mai essere normale."

Fatto:Le persone con disturbi mentali possono recuperare e riprendere la normale attività. Per esempio, molte sono le persone famose che ,hanno ricevuto un trattamento per depressiione  e oggi conducono uno vita agevole. 

  •  Mito: "Le persone con disturbi mentali sono pericolose".  

Fatto: La stragrande maggioranza delle persone non sono violente. Nei casi in cui la violenza si verifica, la ingenera  queste stesse ragioni,  come sensazione di minaccia o l'uso eccessivo di alcool e / o droghe.

  • Mito: "Le persone con disturbi mentali possono lavorare in  posti di lavoro di basso livello, ma non sono adatte per lavori importanti o posizioni di responsabilità." 

Fatto: Le persone come chiunque altro, hanno il potenziale per lavorare a qualsiasi livello a seconda della loro capacità, l'esperienza e la motivazione

 

Le condizioni di vita soggettive e oggettive delle persone con disturbi mentali non dipendono quindi solo dalla gravità della 'malattia', ma anche dal grado di accettazione all’interno della famiglia e nella società in generale.

Pericolosità, inguaribilità, incomprensibilità, improduttività e irresponsabilità sono i pregiudizi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come condizioni diffuse che impediscono in tutti i paesi l’accesso ottimale ai processi terapeutici ed emancipativi di queste persone ed ha invitato tutti i governi a fare tutto quanto in loro potere per fronteggiare la condizione di stigmatizzazione e, di fatto, di debolezza del diritto delle persone affette da disturbo mentale e delle loro famiglie.

 

Riferimenti

  •   wikipedia
  • brochure Campagna di comunicazione

ministerosalute-( anno 2004 e anni successivi sino al 2008)

  •   http://www.mmha.org.au/mmha-products/fact-sheets/what-is-mental-illness/what-is-mental-illness-italian/file

 

Relazione presentata da uno Pschiatra a Lisbona (Febbraio 2004)

 

La battaglia contro lo Stigma deve essere combattuta attraverso la presa di coscienza da parte dell’intera società, tenendo presente che è l’informazione scientifica quella che abbatte i pregiudizi.

 

Lo stigma esiste e si constata quotidianamente nella pratica clinica. Dallo psichiatra vanno persone intelligenti e sensibili, affette da disturbi dell’umore, che a volte si fanno più seri, e che vengono apostrofati in famiglia “tu sei un matto da S.Raffaele (la clinica psichiatrica di Lisbona). Si rivolgono allo psichiatra, chiedendogli di essere “discreto”, per cercare un aiuto che sarebbe non necessario se gli stessi famigliari non stigmatizzassero il disturbo (e sarebbe meno costoso per la collettività).
Lo stigma in famiglia esiste.
Da uno studio condotto in Australia risulta che non sono bene accetti al pubblico gli interventi psichiatrici , come ECT o ospedalizzazione, ritenuti deleteri anziché benefici, mentre le cure cosiddette “naturali” – vitamine e erbe – sono giudicate molto più positivamente, contrariamente agli psicotropici considerati negativamente.
Lo Stigma è mancanza di rispetto, è etichettare una persona, costituisce una barriera e scoraggia le persone e le famiglie a cercare aiuto. E si sa che i disturbi mentali prima sono trattati e più chances hanno di evolversi positivamente, soprattutto con i nuovi farmaci.

E’ necessario realizzare campagne per sensibilizzare la popolazione e combattere per modificare preconcetti sui malati e sui loro familiari.
E’ da tenere presente che l’ 1% della popolazione soffre di schizofrenia, 1% di disordini bipolari, 10-20 % di depressione maggiore, 15% di Alzheimer negli ultrasessantacinquenni. E queste sono le affezioni più gravi. E’ provato che, nel corso della vita, il 50% della popolazione soffre o soffrirà di un disturbo mentale, il che significa che ognuno di noi si trova o troverà ad essere in stretto contatto con chi ne può soffrire (noi compresi). 

Dovere dello psichiatra é non fermarsi all’attività clinica, ma trasmettere alla comunità il messaggio necessario a far cambiare attitudine e lavorare nel campo sociale e politico per migliorare la vita delle persone sofferenti di disturbi mentali.

 
L’ OMS stima che 10 di tutti gli anni persi per inabilità siano da attribuirsi a disturbi mentali (non sono inclusi deficienza mentale o dipendenza da alcool o da droga). La Banca Mondiale stima che la principale fonte di deficienza e inabilità sarà nel 2010 la depressione. Le previsioni per il 2020 danno la depressione al secondo posto per costi (superata appena dalle cardiopatie).
Nelle società industriali la depressione e l’ansia costituiscono un problema di salute pubblica . Negli USA dei 50 milioni di disturbati mentali solo un quarto si sottopone a cure.
Quanto alla depressione, solo 10 su 100 vedono lo psichiatra. Gli altri 90 non vanno oltre il medico di famiglia e, poichè solo una minima parte di essi può permettersi di curarsi , la maggioranza resta senza aiuto , soffre in silenzio e rimane isolata.
Ragioni più che sufficienti per combattere lo stigma, passando per tre livelli: immagine dei servizi per la Salute Mentale e gli psichiatri, educazione della persona malata e della famiglia, informazione corretta alla comunità.

Immagine dei servizi di Salute Mentale e dello Psichiatra

I significativi progressi scientifici e l’integrazione della specialità di psichiatria negli Ospedali Generali sono fatti recenti che non hanno mutato totalmente l’immagine dei servizi psichiatrici, ancora piuttosto paternalistica. Ancora oggi la formazione medica è modesta rispetto al disturbo mentale e alla necessità di combattere lo stigma. Sono del 1952 i primi farmaci per il trattamento della malattia mentale ed è da questo momento che gli ospedali psichiatrici si umanizzano e che la psichiatria si avvicina alla comunità sociale. Ed è un grande nome della Psichiatria portoghese, Dr. Helio Flores Brasil, che lottò per combattere lo stigma , trattando il malato come una PERSONA, sia che avesse disturbi mentali, diabete, ipertensione o depressione. 
Sono gli psichiatri i primi a dover combattere lo stigma nei confronti del disturbo mentale, poiché il medico che si specializza nella cura del cervello non deve mai perdere di vista la persona come un unicum che necessita di cure specifiche, esattamente come si deve comportare qualsiasi altro specialista in disturbi cardiaci o del rene o altro.
In conclusione, si ha bisogno di psichiatri di orientamento biologico e con buona conoscenza della psicofarmacologia, in quanto saranno loro che potranno aiutare a cambiare l’opinione diffusa che la psichiatria abbia poco rigore scientifico.La psichiatria, come una qualsiasi altra disciplina della Medicina, deve basarsi sui metodi scientifici della sperimentazione e dell’evidenza, preoccupandosi dell’identificazione precoce, della prevenzione e del trattamento.
Nei Paesi industrializzati esiste il problema di molti malati che non ricevono l’aiuto di cui avrebbero bisogno. E esiste il problema dell’assistenza dopo la crisi acuta e quello fondamentale della riabilitazione. L’assistenza riabilitativa psico-sociale delle persone con disturbi mentali (di mente o del cervello, ad esempio per trauma cranico) è scarsa in quasi tutto il mondo. E qui lo stigma del disturbo mentale e la conseguente discriminazione negativa dei malati rappresentano un grosso ostacolo al successo di un intervento nel settore.

Educazione della persona malata e della famiglia

Associazioni di pazienti e psico-educazione aiutano molto il paziente ad accettare il farmaco e ad avere una nozione il più possibile corretta del suo disturbo e contribuiscono a diminuire lo stigma.
Particolarmente efficaci sono anche i gruppi di auto-aiuto e i gruppi di auto-aiuto per famigliari che forniscono informazione, appoggio emozionale e tolgono alla famiglia il senso di colpa.
Eliminare lo stigma attraverso lo scambio di esperienze e sapere che non si è soli al mondo, ma che ci sono altre persone con la stessa patologia, è anche un obiettivo molto importante.

La psicoterapia è fattore determinante per sviluppare un appoggio sociale, quindi migliorare lo stato di stress e in definitiva per contribuire a combattere lo stigma, stabilendo un parallelismo con altri disturbi privi di particolari connotazioni sociali negative.

L’attitudine del pubblico in generale

Informazione adeguata che cancelli le connotazioni negative legate al disturbo mentale e combatta i falsi miti (esempio: lo psichiatra a contatto con i matti finisce per essere matto anche lui, che esiste dipendenza dai farmaci, che i disturbi mentali non sono disturbi e che è una questione di forza di volontà) e anche i miti della cronicità e della pericolosità.

L’Associazione Americana di Psichiatria, consapevole del fatto che la discriminazione ostacola le cure e l’assistenza, ha iniziato nel 2002 un programma di lotta allo stigma coinvolgendo diversi settori sociali, come ministeri della salute e del lavoro, servizi sociali, organizzazioni non governative, media. L’Associazione Mondiale di Psichiatria ha dal 1996 un piano di lotta contro la discriminazione nella schizofrenia, consapevole del fatto che preconcetti e ignoranza pregiudicano grandemente le cure e la riabilitazione.
Nel 1998 quattro psichiatri inglesi pubblicarono nel bollettino del Royal College of Psychiatry uno studio nel quale si diceva che 6 su 23 malati schizofrenici avevano armi durante episodi psicotici. Il giorno seguente videro il loro lavoro distorto pubblicato a grandi titoli sul “Sunday Time” “Armati e pericolosi- la gente a rischio se i malati di mente sfuggono al controllo sanitario”. Distorsioni di questo tipo non sono una sorpresa per quanti lavorano nella psichiatria.
Altra Associazione inglese “Focus on Mental Health” afferma che i sofferenti da disturbi mentali sono trattati male dalle imprese e apostrofati come “maniaco, schizo, psico”, aumentando così lo stigma.
Altra associazione inglese “The Mental Health Charity Mind” in lotta contro le distorsioni reiterate dei media, ha intervistato 500 persone che vedono regolarmente programmi televisivi sulla salute mentale, per scoprire quale impatto abbia la copertura dei media su tali temi. I ¾ hanno risposto che la copertura dei media era ingiusta, parziale e negativa. La metà affermò che detta copertura aveva
un impatto negativo sulla propria salute mentale, 1/3 si sentiva più ansioso o depresso e il 22% più isolato, come risultato delle notizie ricevute
Il mito della pericolosità del malato mentale è molto radicato, visto che il 95% degli omicidi sono commessi da sani di mente e che i malati tendono piuttosto a ferire loro stessi e non gli altri.
Il presidente dell’Associazione Mondiale di Schizofrenia sottolinea come i pazienti correttamente seguiti non hanno maggiori probabilità di comportamento violento di qualunque altra persona del corpo sociale.

Altro mito, quello della cronicità. La cronicità è un fenomeno della Medicina e non è specifico della Psichiatria. Le infezioni si curano, ma disturbi reumatici, neurologici, immunologici sono cronici e si tengono sotto controllo, ma non si guariscono, esattamente come in Psichiatria si può curare oppure migliorare le condizioni e aiutare il paziente a convivere con il disturbo .

Modificare le credenze della gente e accettare la patologia in generale ci permette di conoscere grandi persone che in vita, o post-mortem, furono considerate malate. Già nel quarto secolo a.C. Aristotele affermava “Quanti primeggiarono in filosofia, in politica, in poesia e nelle arti avevano tendenza alla melanconia”. Tolstoi, Virginia Wolf, J.Keats, Hemingway. Edvard Munch, Van Gogh, Eric Clapton… Persone che fecero la storia e sono conosciute per la loro arte. E anche l’uomo comune deve essere considerato per la persona che è e non per il disturbo di cui soffre.

Lo stigma sul luogo di lavoro (Ana Isabel Bastos – Psicologa della Clinica di ADEB)
La discriminazione sul luogo di lavoro incontra terreno fertile, e si manifesta sia per ragioni di simpatia, di sesso (privilegiato il maschile) che di precarietà della salute. Per la salute mentale,
nei casi di depressione o disturbo bipolare, c’è poi l’aggravante dell’ignoranza dei sintomi della patologia nonché della tendenza del malato a tacerli. E questo è un fattore di stress che potrà mutarsi in crisi depressive o euforiche.
E’ abbastanza comune che il superiore si disinteressi della salute dei suoi collaboratori o dell’ambiente nel quale lavorano. Quando nell’impresa si viene a conoscenza della fragile salute del dipendente raramente si ha comprensione e solidarietà. Si hanno quindi comportamenti discriminatori che, giungendo a volte a violenza psicologica,colpiscono la dignità e l’integrità psichica e fisica del lavoratore. La violenza psicologica viene usata dall’imprenditore come strategia d’impresa nelle riorganizzazioni , riduzioni di personale o eliminazione di lavoratori scomodi o indesiderati.

Discriminazione significa trattamento differenziato e comparativamente sfavorevole. La situazione di aumentata eterogeneità del mercato del lavoro, la precarietà dei vincoli lavorativi e l’intensificata competizione economica aumentano il rischio di aggravamento della disuguaglianza e della discriminazione.
In risposta a tale situazione si è sviluppato il concetto di “ marketing sociale”, e si è dato inizio alla pubblicazione di inserzioni professionali (che hanno avuto successo) di persone con disturbi bipolari le cui reali capacità lavorative sono state messe in chiaro.
In questo contesto, l’Associazione ADEB (Asociaçiâo de Apoio dos Doentes Depresivos e Bipolares – Lisboa) ha lanciato una campagna a livello nazionale intitolata “Bisogna informare, imparare e assumere…” rivolta a sensibilizzare e informare non solo la comunità in generale, ma soprattutto le imprese circa le capacità professionali di persone con patologia Bipolare e Unipolare. Ciò perchè questa parte di popolazione possa mettere sul mercato le proprie capacità, che possono e devono venire utilizzate.


(Relazione tradotta dal portoghese)

sito di riferimento http://www.adeb.pt/saude_mental/bipolar/bipolar.htm

 

 

 

 

                                                                                                        20 Ottobre 2009